
Quella degli inceneritori non è una soluzione, siamo fermamente contrari per varie ragioni, innanzitutto producono diossina e la nostra è un’area agricola oltre che densamente popolata. La ripercussione dei depositi degli agenti inquinanti negli allevamenti di bestiame, nelle nostre risaie o nei campi di granturco sarà deleteria per l’economia della zona e per i consumatori di ogni parte d’Italia. Un nuovo inceneritore nella provincia di Milano servirà solo ad arricchire le aziende che lo gestiranno incenerendo rifiuti provenienti da altre parti del paese visto che a Milano non serve un nuovo stabilimento. Grazie ai rifiuti di governatori come Bassolino, che non supera l’emergenza rifiuti nella sua regione Campania, noi respireremo diossina per dare la possibilità a qualche politico di sedere in consigli d’amministrazione dai compensi dorati. Non esiste alcuna ragione che induca a pensare che questa di Opera sia una buona soluzione. Neppure la viabilità è in condizione di accogliere la struttura. I camions provenienti da Milano andrebbero ad intasare la già congestionata Via Ripamonti, quelli provenienti dal Sud Milano graverebbero sull’altrettanto intasata Valtidone mentre per la tangenziale siamo già al collasso e questo sarebbe il colpo di grazia. Domenica in piazza diciamo no all’inceneritore e si alla vita. La nostra vita, quella degli operesi che non hanno alcuna intenzione di sacrificarsi all’altare del dio denaro. Siamo certi che l’Amministrazione sia con noi, al fianco dei cittadini, in questa battaglia che domenica vedrà l’avvio di una petizione in cui speriamo di vedere, tra i primi firmatari, il Sindaco Alessandro Ramazzotti e la sua Giunta. Udite le prime dichiarazioni ufficiali, del Vicesindaco Liguori, siamo fiduciosi in tal senso.