Opera, 13 agosto 2007.
Abbiamo meditato alcuni giorni questo cordoglio. Avremmo voluto esprimerlo alla famiglia delle vittime della tragedia, ai genitori ed ai parenti di quei quattro bambini il cui più grande aveva appena dieci anni. Avremmo voluto piangere quei corpi con la famiglia ed i parenti ma abbiamo capito, a mente fredda, quanto quei quattro piccoli corpi siano da piangere solo insieme a Dio. Per i corpicini carbonizzati dalle fiamme causate proprio dai genitori dei bimbi, frettolosamente scappati dalla baracca disinteressandosi delle conseguenze sui propri figli, le uniche lacrime vere devono infatti essere quelle del Signore. Forse Dio è l’unico padre di quelle piccole creature la cui famiglia ha costretto ad una vita di stenti fino a causarne la morte per indifferenza. Come se, anziché di bambini, si trattasse di strumenti di lavoro che possono anche essere sostituiti insieme ad una baracca fatiscente. Due bambini erano infatti sordomuti, forse addirittura scomodi e non funzionali alle esigenze della famiglia. Una vergogna! Una vergogna anche la giostra di commenti che non discutiamo per rispetto a quelle vite umane, innocenti, spentesi in un rogo. Vite consumate dalle fiamme come quelle che, nonostante queste fossero state appiccate dai genitori rom dei bambini deceduti, qualcuno con pessimo gusto ha voluto ricordare siano già state elemento di morte nella storia degli zingari perseguitati dal nazista Hitler. Le fiamme dell’inferno dovrebbero ardere quegli ipocriti che con il loro buonismo sono la reale causa di queste tragedie. Ad esempio L’unità, quotidiano del partito che governa l’Italia, lo stesso che sostiene Prodi, oggi titolava la prima pagina parlando di vittime dell’indifferenza. La stessa cosa la dicono alcune associazioni cattoliche che si occupano dei nomadi. Di peggio fanno Prodi e molti altri politici che pensano solo a passare ad altri la patata bollente delle responsabilità e, per primo a Prodi che accusa la Comunità Europea, tale patata ritorna molto in fretta prima che si possa raffreddare con l’aggravante di non avere applicato le risoluzioni europee e di essere stato per anni, proprio lui, il Presidente della Commissione Europea. Oggi piangiamo le vittime di una carneficina per cui chiediamo sia fatta giustizia e promettiamo di seguire attentamente l’iter processuale fino in fondo, non dimenticando che a causa dei rom muoiono decine di persone ogni giorno, assicurandoci che per il rogo di Livorno in cui hanno perso la vita quattro bambini di età inferiore a dieci anni vi sia almeno lo stesso interesse, a perseguire i colpevoli, riscontrato nel rogo delle tende di Opera del 21 dicembre 2006 durante una manifestazione di protesta contro un campo nomadi in allestimento. Per quel rogo siamo in attesa che siano rinviate a giudizio nove persone tra cui il Consigliere Comunale della Lega Nord Ettore Fusco. Naturalmente, visto che a Opera le tende erano vuote, non si è proceduto a fermi ma l’accanimento giudiziario riscontrato trovi raffronto in un proporzionale uso della magistratura contro i colpevoli del terribile delitto di Livorno. Che Dio guidi legislatori e magistratura.
Abbiamo meditato alcuni giorni questo cordoglio. Avremmo voluto esprimerlo alla famiglia delle vittime della tragedia, ai genitori ed ai parenti di quei quattro bambini il cui più grande aveva appena dieci anni. Avremmo voluto piangere quei corpi con la famiglia ed i parenti ma abbiamo capito, a mente fredda, quanto quei quattro piccoli corpi siano da piangere solo insieme a Dio. Per i corpicini carbonizzati dalle fiamme causate proprio dai genitori dei bimbi, frettolosamente scappati dalla baracca disinteressandosi delle conseguenze sui propri figli, le uniche lacrime vere devono infatti essere quelle del Signore. Forse Dio è l’unico padre di quelle piccole creature la cui famiglia ha costretto ad una vita di stenti fino a causarne la morte per indifferenza. Come se, anziché di bambini, si trattasse di strumenti di lavoro che possono anche essere sostituiti insieme ad una baracca fatiscente. Due bambini erano infatti sordomuti, forse addirittura scomodi e non funzionali alle esigenze della famiglia. Una vergogna! Una vergogna anche la giostra di commenti che non discutiamo per rispetto a quelle vite umane, innocenti, spentesi in un rogo. Vite consumate dalle fiamme come quelle che, nonostante queste fossero state appiccate dai genitori rom dei bambini deceduti, qualcuno con pessimo gusto ha voluto ricordare siano già state elemento di morte nella storia degli zingari perseguitati dal nazista Hitler. Le fiamme dell’inferno dovrebbero ardere quegli ipocriti che con il loro buonismo sono la reale causa di queste tragedie. Ad esempio L’unità, quotidiano del partito che governa l’Italia, lo stesso che sostiene Prodi, oggi titolava la prima pagina parlando di vittime dell’indifferenza. La stessa cosa la dicono alcune associazioni cattoliche che si occupano dei nomadi. Di peggio fanno Prodi e molti altri politici che pensano solo a passare ad altri la patata bollente delle responsabilità e, per primo a Prodi che accusa la Comunità Europea, tale patata ritorna molto in fretta prima che si possa raffreddare con l’aggravante di non avere applicato le risoluzioni europee e di essere stato per anni, proprio lui, il Presidente della Commissione Europea. Oggi piangiamo le vittime di una carneficina per cui chiediamo sia fatta giustizia e promettiamo di seguire attentamente l’iter processuale fino in fondo, non dimenticando che a causa dei rom muoiono decine di persone ogni giorno, assicurandoci che per il rogo di Livorno in cui hanno perso la vita quattro bambini di età inferiore a dieci anni vi sia almeno lo stesso interesse, a perseguire i colpevoli, riscontrato nel rogo delle tende di Opera del 21 dicembre 2006 durante una manifestazione di protesta contro un campo nomadi in allestimento. Per quel rogo siamo in attesa che siano rinviate a giudizio nove persone tra cui il Consigliere Comunale della Lega Nord Ettore Fusco. Naturalmente, visto che a Opera le tende erano vuote, non si è proceduto a fermi ma l’accanimento giudiziario riscontrato trovi raffronto in un proporzionale uso della magistratura contro i colpevoli del terribile delitto di Livorno. Che Dio guidi legislatori e magistratura.