Opera: il meteo

venerdì 30 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: CONTRO PRODI PER LA SICUREZZA. 1° dicembre a Milano

Opera, 30 novembre 2007
Le Polizia protesta contro il Governo e la sua riforma del welfare che innalza l’età pensionabile e ne riduce i coefficienti che equiparano il mestiere dei lavoratori nel campo della Pubblica Sicurezza a quelli usuranti.
Un lavoro, quello di chi è preposto all’ordine pubblico, che oltre ad essere usurante è anche a rischio ma il Governo Prodi, che inanella un errore dietro l’altro, ha deciso di fare peggio ancora dei suoi predecessori ed innalzare l’età degli agenti di pattuglia riducendogli, nel contempo, la meritata pensione.
Opera Sicura è con gli agenti di Pubblica Sicurezza che sfileranno sabato mattina a Milano con partenza alle ore 9 da Piazza Oberdan ai bastioni di Porta Venezia per giungere dinanzi alla Scala dove si terranno i comizi delle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto preposto alla difesa della nostra sicurezza.
Opera Sicura ed i cittadini del Presidio di Opera, che con le forze dell’ordine hanno condiviso due mesi di presidio per la legalità nel paese del sud milanese, solidarizzano con chi lotta per preservare i propri diritti dal saccheggio romanocentrico del Governo Prodi.
Uno Stato che combatte le sue forze dell’ordine è finito. Togliere agli agenti la dignità e l’onore di servire un Paese significa demotivare gli operatori del settore e diminuire la sicurezza degli italiani.

Nel pomeriggio, invece, ritrovo alle 17 in S. Ambrogio insieme alla Lega Nord per un corteo sino al carcere di S. Vittore. Gli uomini e le donne di Opera Sicura manifesteranno con il Carroccio contro l’indulto.
L’altro vergognoso attentato alla sicurezza perpetrato dal Governo di Prodi ai danni del Popolo italiano.

LA SICUREZZA PASSA ANCHE DALL'ILLUMINAZIONE

E dobbiamo dire che, anche questa volta, siamo riusciti a dare un servizio agli operesi. Infatti Ramazzotti ha provveduto a dare una dignitosa parvenza di luogo civile alla parte terminale di Via Moneta, questo solo dopo le numerose proteste dei cittadini, sempre inascoltati, ed il numero di novembre de "l'operese" che riportava un articolo sul tema con titolo: "VIA MONETA AL BUIO... E I LADRI FANNO RAZZIA".
L'articolo recitava, tra l'altro: "Cittadini obbligati a parcheggiare le auto in una strada assolutamente al buio per poi raggiungere, ovviamente a piedi, i portoni d’accesso alle abitazioni rischiando di fare le tristi esperienze di cui le cronache nazionali sono piene in questi giorni. Ramazzotti non faccia come Veltroni, che prima di mettere un lampione in una via deve assistere alla morte dei suoi concittadini, e provveda subito a dare un minimo di sicurezza ed una parvenza di civiltà a quei nuovi operesi cui lui ha permesso di entrare in edifici evidentemente non ancora ultimati. L’agibilità che è concessa agli occupanti di queste abitazioni, rilasciata nonostante manchino certificazioni ed i cantieri siano aperti, deve essere effettiva, reale e non data con leggerezza ai costruttori.Ramazzotti faccia subito mettere delle luci in Via Moneta, laddove manca illuminazione, e sappia che qualsiasi evento sinistro accadesse in quell’area sarà da addebitare all’irresponsabilità sua e del suo ufficio tecnico sempre solerte a concedere autorizzazioni e nulla osta a queste grandi imprese di costruzioni senza però, mai, preoccuparsi dei disagi patiti dai cittadini. Nel frattempo invitiamo tutti quelli che stanno subendo furti, in particolare nei garage e nelle vetture in sosta all’esterno dell’edificio, a sporgere denuncia al Sindaco Alessandro Ramazzotti in quanto responsabile del Comune di Opera."
Bene, siamo soddisfatti che il Sindaco sia intervenuto a sanare una situazione indecorosa e ad alto rischio sicurezza, ma vorremmo tanto vedere degli amministratori attenti ai bisogni dei cittadini pronti ad intervenire al primo sollecito degli stessi e non solo dopo l'affissione di manifesti, la produzione di volantini o la raccolta di firme.
Il Consigliere Ettore Fusco, come gli altri d'opposizione, deve essere messo in grado di prendere parte all'Amministrazione di Opera mediante una consulta sui temi più importanti per gli operesi e non invece essere ascoltato solo quando riesce a dare risalto mediatico ai disservizi e poi, ovviamente, essere infamato sulle pagine del periodico comunale e di quello del partito comunista, punto e linea, peraltro finanziato anche dal Comune di Opera.
Infatti, come hanno scritto sull'ultimo numero del giornalino del partito accusando proprio Ettore Fusco di mentire ai cittadini sulle telecamere che danno le multe a Fizzonasco, "non è corretto pensare che i cittadini siano dei babbei pronti a bersi qualsiasi piccola furbizia". Ma questa è un altra storia, quella dei brontosauri della politica operese che tangentopoli ha spazzato via dai posti che contano e che tentano sempre di rientrare dalla finestra. Pensano davvero che gli operesi non ricordino i loro nomi e le loro facce poiché scrivono usando pseudonimi o iniziali.
Ex sindaci, ex vicesindaci, ex assessori, ex presidenti di Asl, ex di tutto di più... anni fa già ci domandavamo quanto mancava alla loro estinzione, speravamo per tutti che fosse prossima a venire. Ma anche quest'anno sono ancora in pista per sostenere il loro candidato Sindaco, un altro politicante figlio di logiche di partito e del consociativismo spartitocratico.
Speriamo che lo capiscano pure, oltre a scriverlo, che: "non è corretto pensare che i cittadini siano dei babbei pronti a bersi qualsiasi piccola furbizia".
LA VOCE DELLA VIA MONETA:

giovedì 29 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: MA CHI PENSA AGLI ITALIANI?

Commentiamo una notizia sull’attività di Don Colmegna particolarmente attivo nell’assistenza ai rom ed a intrattenere fitti rapporti di collaborazione con le istituzioni nazionali e rumene.
Sarebbe intanto utile sapere se le spese per accogliere i sindaci rumeni in Italia sono state coperte dai contribuenti italiani, da quelli rumeni oppure versate dal Vaticano.
Inoltre è curioso che siano stati portati in viaggio premio quei sindaci che non solo hanno fatto niente per dare una dignitosa esistenza a chi scappa dalle proprie comunità ma, addirittura, così facendo li si premia mettendo in mostra quanto siamo accoglienti e come facciamo vivere i loro ex cittadini meglio che nel paese d’origine. In questo modo pubblicizziamo nei paesi di provenienza dei rom questa nostra bravura, che poi è quasi solo inutile propaganda da regime totalitario, incentivando un immigrazione che ci sta dando solo problemi.

CASA CARITA', OSPITALITA' PER 50 ROM E PRESTO "TEMPO INFANZIA"
by Omnimilano
La Casa della Carità "fa posto" alle famiglie rom di via San Dionigi, sgomberate a settembre, e ancora senza una sistemazione. La struttura di via Brambilla, che in questi giorni ospita i sindaci rumeni dei villaggi da cui provengono i rom che vivono a Milano, ha deciso di accogliere nei propri spazi altre 50 persone circa per avviare con loro "come già al Ceas del parco Lambro e con alcune famiglie che già vivono qui", spiega don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, "percorsi di inserimento lavorativo e autonomia". La decisione è stata presa con l'arrivo dell'inverno e l'impossibilità di lasciare le donne e i bambini al dormitorio di viale Ortles, dove si trovavano tuttora, che deve servire all'emergenza freddo. In questo modo la Casa della Carità ricongiungerà le famiglie (agli uomini era stata trovata una sistemazione provvisoria) e avvierà progetti di inserimento lavorativo basandosi "sul patto di socialità e legalità a cui sarà vincolata l'ospitalità". Nei piani di don Colmegna, inoltre, la creazione di "uno spazio tempo per l'infanzia per l'accoglienza delle madri rom con bimbi che non vanno ancora a scuola, fino a due o tre anni. Un modo per evitare che le donne con i bambini siano sulla strada e invece dare loro spazi di accoglienza durante il giorno".
Credo infine che queste siano notizie che si commentano da sole. Il buon Don Colmegna persevera nel dimenticare che in Italia esistono tanti poveri onesti, persino cattolici, e si occupa dei rom che per loro scelta vivono diversamente da noi. Concordiamo con chi dice che se li aiutiamo ad integrarsi possiamo vivere meglio tutti (e già questo la dice lunga su persone che oggi, non integrate, vivono un'esistenza al di fuori della legalità) ma Don Colmegna, ed i suoi collaboratori, non dimentichino che gli italiani poveri, per colpa sua che aiuta solo rom, muoiono di fame, di freddo e di solitudine.

domenica 25 novembre 2007

PRODI, RESTIAMO IN AFGHANISTAN

"Noi restiamo, ma serve una riflessione per impostare la futura presenza in Afghanistan con una strategia di lungo periodo con forte contenuto politico". Queste le parole del premier Romano Prodi dopo quanto accaduto al nostro militare morto eroicamente, nell'adempimento del proprio dovere, salvando la vita ad altre persone nell'attentato suicida in cui hanno perso la vita il Maresciallo Capo Daniele Paladini e nove civili Afgani tra cui sei bambini.
Non siamo di quelli che incolpano il Governo italiano dei caduti in guerra, poichè di guerra si tratta, ma siamo costretti a rilevare che Romano Prodi ha vinto le elezioni anche sulla politica pacifista portata avanti dalla sinistra a danno di Silvio Berlusconi "il guerrafondaio".
Eppure da quando siamo governati dalla sinistra di Prodi le partecipazioni ad azioni militari sono state rinforzate, sul fronte afghano ad asempio, e mai dismesse come promessoci in campagna elettorale.
La riduzione dei militari in Iraq è avvenuta, infatti, nel rispetto dei programmi dell'ex Primo Ministro Berlusconi senza il ritiro immediato promessoci da Bertinotti e Co. che sarebbe dovuto avvenire il giorno immediatamente successivo a quello del voto.
Se quelle persone che si fingevano pacifiste pur di propagandare contro Berlusconi avessero continuato la loro farsa anche dopo le elezioni, oggi forse, avremmo un eroe in meno ed un padre di famiglia in più.
Si facciano un esame di coscenza anche tutte quelle persone che esponevano le bandiere con i colori dell'arcobaleno e si chiedano cosa hanno ottenuto, anche se in buona fede, oltre al danno che hanno prodotto al nostro paese mettendolo nelle mani di Prodi, Bertinotti, Visco, Veltroni e compagni. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

sabato 24 novembre 2007

ATTACCO AGLI ITALIANI A KABUL, MUORE UN SOLDATO

ROMA - E' morto per le gravissime lesioni riportate uno dei quattro militari italiani rimasti feriti nell'attentato suicida avvenuto stamani alle porte di Kabul. Si chiamava Daniele Paladini - maresciallo capo dell'Esercito, del secondo reggimento pontieri di Piacenza - era nato a Lecce e viveva a Novi Ligure (Alessandria). Aveva 35 anni ed era sposato. Lascia una figlia di sei anni. Nell'attentato sono morti anche nove civili afghani, tra di loro sei bambini.Il maresciallo Daniele Paladini, è morto durante il trasporto all'ospedale militare di Kabul. Nell'attentato avvenuto stamane nella valle di Pagman sono rimasti coinvolti anche il Capitano dell'Esercito Salvatore Di Bartolo, dell'11° reparto Infrastrutture di Messina; il Capitano Stefano Ferrari, del 2° reggimento Pontieri di Piacenza; il Caporale Maggiore scelto Andrea Bariani, del 5° reggimento Alpini di Vipiteno. Tutti e tre sono lievemente feriti. (ANSA)
SOLIDARIETA' ED ONORE AL CADUTO ITALIANO IN TERRA STRANIERA.

SABATO 24 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE PER LA LEGALITA' A PIEVE PORTO MORONE

Anche Opera è con i pievesi che manifestano sabato sera per il rispetto della legalità nel comune del pavese dove sono stati trasferiti i rom sgomberati dall'area Ex Snia di Pavia.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche affinchè manifestino con i cittadini di Casoni, la frazione interessata dall'insediamento coatto, per chiedere a gran voce che siano rispettate le leggi e non sia fatto passare il principio che il Sindaco di una grande città, con la complicità del Prefetto, possa sbarazzarsi dei suoi campi nomadi irregolari spedendoli nelle piccole realtà agricole che politicamente contano poco più di niente.
Noi ci saremo e speriamo altri si aggreghino. Sabato 24 dalle ore 20.30 a Pieve Porto Morone.

martedì 20 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: AMIANTO A OPERA

Opera, 19 novembre 2007
Alcuni cittadini operesi lamentano la presenza di amianto in Via Diaz.
Il problema dell’amianto è legato alle coperture dei vecchi edifici industriali che oggi versano in stato di semi abbandono in quanto divenuti non funzionali ai bisogni ed alle necessità degli industriali.
Opera ha diverse aree dismesse e tra queste vi è quella di Via Diaz dove, da diverso tempo, la proprietà cerca di interloquire con l’amministrazione per riqualificare gli unici capannoni ancora in piedi in un’area residenziale densamente abitata.
La Lega Nord ha manifestato la propria solidarietà a questi imprenditori che vorrebbero adeguare le proprietà a più consoni edifici abitativi che soddisferebbero peraltro le esigenze di chi cerca casa evitando nuove edificazioni. La giunta operese, al contrario, da un decennio predilige la cementificazione di aree verdi piuttosto che la conversione da industriale a residenziale di siti dove, oramai, le industrie sono solo un fastidio per i residenti delle abitazioni arrivate, grazie sempre alle scelte dei politici, a ridosso delle vecchie costruzioni industriali lasciate all’abbandono.
Personalmente ho sollecitato interventi di bonifica dall’amianto anche in altre zone di Opera, tra cui il Dosso Cavallino, dove però si rendono necessarie costose opere che i proprietari svolgerebbero solo se finalizzate ad un cambio di destinazione d’uso delle vecchie costruzioni.
L’amministrazione deve prendersi la briga di imporsi ai proprietari, con una bonifica e riqualifica degli stabilimenti, oppure concedere le autorizzazioni richieste dagli imprenditori stessi che chiedono la conversione al residenziale.

sabato 17 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: MAFIOSI A OPERA? NO GRAZIE. IL SINDACO INTERVENGA!

Opera, 17 novembre 2007
Nel carcere di Opera stanno predisponendo un reparto per i mafiosi in regime di 41 bis, il carcere duro di massima sorveglianza cui sono sottoposti i più pericolosi criminali di cosa nostra.
A Opera dimora Totò Riina dal 2002, quando svuotarono un intero piano del reparto femminile per dare ospitalità al più pericoloso uomo d’onore siciliano.
Oltre al famigerato “capo dei capi” soggiornano nel nostro carcere anche altri mafiosi in regime di carcere duro, sono sette, ma con la nuova iniziativa diventeranno, addirittura, oltre cento.
Da Opera passano troppi pezzi da novanta della criminalità organizzata, Provenzano, Lo Piccolo e molti altri ancora che costringono in certe situazioni a blindare il paese, è accaduto pochi giorni fa quando, ad esempio, siamo stati invasi da un esercito di carabinieri e poliziotti, preoccupandoci alquanto poiché si temeva un nuovo campo nomadi.
Siamo stanchi di subire le angherie di uno Stato padrone che non trova alcun ostacolo alle sue prepotenze. Il Sindaco di Opera è assente e non tutela i suoi cittadini che sono stanchi di essere vessati dalle tasse e non essere mai tutelati dalle scelte delle istituzioni a cui il popolo non può prendere parte.
Alessandro Ramazzotti prima di andarsene da Opera, dopo aver messo a ferro e fuoco il paese con il dissesto finanziario sancito dalla recente verifica ministeriale, con il tentativo d’imporre un campo nomadi a dicembre dello scorso anno, con la mancata opposizione all’inceneritore che da sei anni cerca solo una località dove la giunta sia favorevole o almeno assente come è il caso operese, con il mancato allargamento della Via Ripamonti in dieci anni di governo, con il mancato prolungamento del tram 24 fino a Opera dopo averne propagandato la riuscita almeno dieci volte, prima di andaresene, appunto, il Sindaco di Opera si batta per evitare che Opera diventi crocevia di pericolosi malavitosi provenienti dal meridione.
Pensavamo che fossero finiti i tempi del confino obbligato con cui venivano spediti al nord, a spese dei contribuenti, i mafiosi per trapiantarli dalle proprie regioni di origine dandogli persino la casa ed un lavoro. La Lega Nord, che nacque anche dalla necessità di contrastare quel vergognoso iter in vigore in un epoca in cui lo Stato esportava al Nord la delinquenza del mezzogiorno, è molto preoccupata dall’operato delle istituzioni che con la complicità delle amministrazioni locali sta effettuando la stessa operazione che credevamo di avere sconfitto come il peggiore cancro della democrazia italiana.
Ghettizzare nella nostra Opera i peggiori delinquenti di mafia, ndrangheta, camorra e sacra corona significa portare anche il loro indotto, che riteniamo sia florido e prolifico, proprio vicino alle nostre case.
Nel carcere di Opera ci sono due moschee ed una chiesa e questo già la dice lunga sulla provenienza dei delinquenti e pertanto anche dei visitatori e familiari ma, a concentrare tutti i mafiosi del sud in un comune del Nord, noi diciamo no!
Lo Stato si tenga i suoi condannati, magari a Roma, oppure li lasci nelle regioni d’origine senza trapiantare a Opera tutto un centro d’affari che tra “pizzini” e secondini compiacenti crediamo si sviluppi sempre più florido attorno ai luoghi di detenzione.
Alessandro Ramazzotti, Sindaco di Opera, sappia che la sua responsabilità in merito al degenerare di questa situazione è pari a quella dello Stato e dei detenuti eccellenti in quanto non ha mai contrastato questo fenomeno di colonizzazione mafiosa del suo Comune.

sabato 10 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: CORSO DI AUTODIFESA, SI PARTE ALL’ATTACCO

Opera, 10 novembre 2007
E’ finalmente partito il corso di autodifesa organizzato gratuitamente da Opera Sicura, l’anima civica del paese, che attraverso questa iniziativa rivolta a tutti, con particolare attenzione alle donne, offre una forte risposta alla richiesta di sicurezza che giunge dalla gente. Le istituzioni non ci fanno sentire sicuri, lo Stato non ci protegge, i politici fanno salotto in TV e dimenticano il popolo… e noi formiamo cittadini che circolano sicuri di giorno e di notte, dove c’è luce e dove il Comune ci lascia al buio. Operesi, e non solo, che sanno difendersi in caso di aggressione e che acquistano, soprattutto, una mentalità aperta che li porta ad intervenire anche in aiuto di chi, più debole, cade vittima di violenze o soprusi.
Opera, da un anno a questa parte, è cambiata. Il Presidio anti rom che ha spazzato via il campo nomadi all’ingresso del paese ha fatto storia ma, da allora, gli operesi sono cresciuti e si sono mobilitati contro l’inceneritore che, salvo follie che qualcuno pagherebbe con disordini civili, non si farà più. La strada che collega Opera a Milano, la Via Ripamonti, finalmente sarà ampliata. Sono iniziate le ronde notturne per vegliare sul sonno dei concittadini che stanno subendo tanti e troppi furti nelle proprie abitazioni e non si vuole aspettare che “ci scappi il morto” per entrare nella cronaca nera. Opera c'è, gli operesi pure.
Venticinque persone, in stragrande maggioranza donne, hanno preso parte al primo incontro di ieri sera nella palestra di Via Emilia dove il Consigliere Comunale della Lega Nord Ettore Fusco ha reso possibile l’evento in collaborazione con Sport Padania, il CONI dei lumbard.
La competenza dei due maestri in discipline orientali e sport da combattimento è stata determinante per la buona riuscita della serata che ha lasciato a bocca aperta i partecipanti scopritori di potenzialità che neppure immaginavano di avere a disposizione.
Le donne sono forti quanto gli uomini, basta una forte dose di autocontrollo e determinazione, che al gentil sesso non manca di certo.
Oltre al lato fisico, al corso, ci si occupa anche di tutti quei comportamenti ed atteggiamenti necessari a prevenire o dissuadere situazioni spiacevoli. Le Signore sono tornate a casa, dopo la prima lezione, con un nuovo spirito di raffrontarsi con il proprio paese. Non la paura del buio ma la padronanza della propria sicurezza e la consapevolezza di essere prima di tutto soggetto di diritti e pertanto libere di uscire di casa anche la sera.
Non è stato scalfito lo spirito di serenità, all’interno della palestra, neppure dalla notizia del rinvio a giudizio per i fatti del 21 dicembre dello scorso anno e per i quali, il Capogruppo leghista Fusco, è adesso destinato a difendersi in tribunale dall’accusa di istigazione a delinquere.
“Quello che mi sorprende è la cadenza dei passi intrapresi dalla Magistratura: la conclusione delle indagini che preludeva la richiesta del mio rinvio a giudizio è giunta alla vigilia della manifestazione di fine luglio contro l’inceneritore nel nostro paese. La richiesta del PM di rinvio a giudizio ha coinciso con la mobilitazione contro le multe dei T-RED a Pieve Emanuele e subito dopo il comizio tenuto, con l’Europarlamentare Mario Borghezio, al presidio anti rom di Pieve Porto Morone.
Questo rinvio a giudizio giunge invece, una settimana dopo l’inizio delle ronde cittadine, nel giorno in cui si apre il corso di difesa personale.
Come si usa dire: tre indizi fanno una prova. E’ già tutto scritto, anche la sentenza finale”.

martedì 6 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: FINALMENTE A OPERA I CORSI DI AUTODIFESA

Dall'esigenza di sentirsi più sicuri quando si torna a casa la sera, quando si fa la spesa al mercato oppure si ritira la pensione all'ufficio postale è nata l'idea di dare un servizio, utile alla cittadinanza, mediante l'insegnamento delle tecniche di difesa personale indispensabili, al giorno d'oggi, a potersi sentire sicuri quando ci si sposta da soli o accompagnati.
Dal corso, che offriamo gratuitamente ai cittadini, non nasceranno giustizieri della notte o rambo di campagna ma semplicemente persone con una maggiore forza d'animo che nasce dalla consapevolezza di sapersi difendere in caso di aggressione e, soprattutto, gente capace di fare capire ai molti delinquenti in circolazione che se le forze dell'ordine non fanno in tempo ad intervenire, in caso di attacco, anche la persona più mite è in grado di reagire e mettere in fuga chi attenta alla sua incolumità o quella dei suoi cari.

Soprattutto dobbiamo tornare a saperci difendere tanto in strada quanto nelle nostre case dove la brutalità di persone senza scrupoli ha la meglio sul nostro stile di vita tranquillo che ci ha reso tutti un pò troppo agnelli dinanzi ai lupi che invadono i nostri paesi. In Svizzera le pecore bianche di Blocher scalciano fuori dalla propria nazione le pecore nere portando il partito della sicurezza al primo posto nel gradimento popolare. In Italia siamo abituati a scoprire i problemi solo quando "ci scappa il morto" ma poi ci si dimentica presto.

Il corso di difesa personale che non ha scadenza, ma è aperto a tempo indeterminato, è offerto dal Capogruppo del Carroccio Ettore Fusco in collaborazione con Sport Padania, Opera Sicura e la Sezione cittadina della Lega Nord.

sabato 3 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: A SPASSO PER LA CITTA'

L'iniziativa sembra sia destinata ad avere un gran successo poiché sono gli operesi a chiederne la promozione attraverso Opera Sicura. Dobbiamo riappropriarci del nostro Paese e vivere le strade, le piazze ed i parchi che incorniciano le nostre abitazioni. Da ieri sera infatti siamo tornati a passeggio per le strade operesi come ai tempi del Presidio quando centinaia di operesi, ogni giorno, si avvicendavano in un importante controllo del territorio che ha portato, grazie alla semplice presenza dei cittadini, al rispetto della legalità. Adesso torniamo ad avere un appuntamento fisso con la nostra coscienza civica, un impegno limitato nel tempo che produrrà maggiori garanzie di sicurezza per i concittadini che chiedono una presenza più assidua delle Forze dell'Ordine e soprattutto la promessa del rispetto di un "Patto di Legalità nostrano". Le istituzioni devono impegnarsi a sottoscrivere un patto, proprio come quello che hanno fatto sottoscrivere ai rom di Opera per primi esportandone poi l'esempio. Bene, questa volta vogliamo che a promettere di rispettare le leggi siano proprio quelle istituzioni preposte a farle rispettare dagli altri. Rispettare una legge non significa solo non rubare, non picchiare la moglie o non far mendicare il proprio figlio. Rispettare la legge può anche significare arrestare i malviventi, identificarli, processarli ed espellerli.
Opera Sicura è scesa in campo con tutti i suoi mezzi ed annuncia battaglia aperta a chi non rispetta o non fa rispettare le leggi. Nessuna ostilità particolare verso alcuna etnia ma dura lotta a tutte le situazioni di illegalità gestite da italiani o stranieri.
Quello che ci prefiggiamo è la riconquista di un diritto fondamentale di ogni Popolo. Quello di sentirsi protetto dal proprio Governo e noi a Opera dobbiamo ricreare le condizioni tali per cui i cittadini possano sentirsi sicuri grazie ai tutori dell'ordine preposti.

venerdì 2 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA: LUTTO PER GIOVANNA REGGIANI

Lo Stato proclami il lutto nazionale per una connazionale uccisa barbaramente da uno straniero abusivo con la complicità delle istituzioni latitanti sui temi della sicurezza e dell'immigrazione incontrollata. Ci fanno letteralmente schifo, e termine più appropriato ci è difficile trovarlo, i politici italiani che non muovono un dito per dare ai propri connazionali almeno i diritti che vengono riconosciuti a barbari che occupano il nostro suolo senza essere degni neppure di mangiarne la polvere. Tutti, da destra a sinistra, si affannano a rimpallarsi le colpe di un omicidio che non sono da imputare solo a quel rom, che sarà presto libero di tornare a delinquere, ma vanno equamente distribuite ai sindaci romani che hanno permesso il degrado di Tor di Quinto, ai governanti di Roma ladrona che mangiano proprio in quella città ed a tutti coloro che permettono a gente abusiva di occupare illegalmente anche un solo centimetro quadrato della nostra nazione.
Opera Sicura è con la famiglia di Giovanna Reggiani. Siamo estremamente vicini al marito della Signora Giovanna, un servitore dello Stato tradito dalla bandiera che invece lui, Ammiraglio della Marina Militare, serve con dignità ed onore.
Purtroppo le fanfare di regime sono arrivate a suonare la musica dell'interventismo e della tolleranza zero, dopo l'ennesima vittima dell'inefficenza di Stato, ma domani dimenticheranno quanto accaduto e torneranno a parlare di quanto siano utili all'Italia gli stranieri e di quanto sia giusta l'integrazione che dobbiamo favorire a costo delle vite umane dei nostri cari.
E' una vergona dinanzi la quale è difficile trovare le giuste parole. L'unica certezza è che dobbiamo chiedere scusa alle vittime di queste vili aggressioni cui sono sottoposti tutti i giorni troppi uomini e donne innocenti. Dobbiamo chiedere scusa poiché se ci ribellassimo ciò non accadrebbe. Ma sono passati i tempi delle rivoluzioni!