Opera: il meteo

domenica 25 novembre 2007

PRODI, RESTIAMO IN AFGHANISTAN

"Noi restiamo, ma serve una riflessione per impostare la futura presenza in Afghanistan con una strategia di lungo periodo con forte contenuto politico". Queste le parole del premier Romano Prodi dopo quanto accaduto al nostro militare morto eroicamente, nell'adempimento del proprio dovere, salvando la vita ad altre persone nell'attentato suicida in cui hanno perso la vita il Maresciallo Capo Daniele Paladini e nove civili Afgani tra cui sei bambini.
Non siamo di quelli che incolpano il Governo italiano dei caduti in guerra, poichè di guerra si tratta, ma siamo costretti a rilevare che Romano Prodi ha vinto le elezioni anche sulla politica pacifista portata avanti dalla sinistra a danno di Silvio Berlusconi "il guerrafondaio".
Eppure da quando siamo governati dalla sinistra di Prodi le partecipazioni ad azioni militari sono state rinforzate, sul fronte afghano ad asempio, e mai dismesse come promessoci in campagna elettorale.
La riduzione dei militari in Iraq è avvenuta, infatti, nel rispetto dei programmi dell'ex Primo Ministro Berlusconi senza il ritiro immediato promessoci da Bertinotti e Co. che sarebbe dovuto avvenire il giorno immediatamente successivo a quello del voto.
Se quelle persone che si fingevano pacifiste pur di propagandare contro Berlusconi avessero continuato la loro farsa anche dopo le elezioni, oggi forse, avremmo un eroe in meno ed un padre di famiglia in più.
Si facciano un esame di coscenza anche tutte quelle persone che esponevano le bandiere con i colori dell'arcobaleno e si chiedano cosa hanno ottenuto, anche se in buona fede, oltre al danno che hanno prodotto al nostro paese mettendolo nelle mani di Prodi, Bertinotti, Visco, Veltroni e compagni. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!