COMUNICATO STAMPA del Comune di Opera:
Opera, 6 luglio 2009
Questa mattina i Carabinieri di Pieve Emanuele, dopo le sollecitazioni del Sindaco di Opera Ettore Fusco, procedono con lo sgombero dell’accampamento rom alla Olma, cascina diroccata nel Comune di Locate Triulzi a confine con Opera.
Dopo le numerose segnalazioni di presenza dei rom che prendevano d’assalto il supermercato e le fontanelle dei parchi per lavarsi, davanti ai bambini operesi esterrefatti ed ai loro genitori intimoriti, ieri sera è intervenuto il Sindaco Fusco all’interno del suo confine territoriale per invitare alcuni romeni a lasciare il paese e suggerendo loro di abbandonare anche la cascina pericolante di Locate Triulzi in cui, da oltre una settimana, alcune famiglie rom hanno trovato ricovero per accamparsi.
L’intervento diretto è stato necessario poiché le preoccupazioni dei cittadini che segnalavano persone sospette in giro per il paese non è stato raccolto dalla Stazione dei Carabinieri di Opera, non operativa dopo le ore venti, né tantomeno dalla Polizia Locale, anche nelle precedenti segnalazioni, che non può sconfinare nella Cascina a cinquanta metri dal confine tra Opera e Locate.
L’intervento di sgombero della Cascina Olma è stato quindi concordato per questa mattina tra il Sindaco di Opera e la Stazione dei Carabinieri di Pieve Emanuele a cui evidentemente non giungono richieste in tal senso dal Sindaco di Locate Triulzi Severino Preli.
Il primo cittadino di Opera è infatti in guerra con il suo vicino e dichiara: “Siamo stufi di subire l’incuria del territorio da parte di Preli - il Sindaco di Locate - che non presta attenzione alla sua zona industriale, alle vecchie cascine ed alle aree dismesse a confine con Opera.
Spaccio di droga, prostituzione, discariche abusive, degrado e campi rom sono all’ordine del giorno in questa zona a confine con il nostro paese ma lontana dal centro abitato di Locate.
I residenti della Fontana e gli industriali che confinano con il nostro paese chiedono infatti l’annessione a Opera, una provocazione che il loro Sindaco non dovrebbe sottovalutare, e vogliono più ordine e sicurezza anche se si trovano a nord della ferrovia che taglia fuori dal paese questa fetta di Locate di Triulzi abbandonata a se stessa.
Questo degrado ricade su Opera ed il collega Preli è pertanto invitato a fare rispettare la legalità presidiando il territorio e chiedendo alle Forze dell’Ordine gli interventi necessari a impedire che i cittadini operesi subiscano le angherie di chi occupa il territorio locatese abusivamente”.
Sulla questione rom c’è stata un’altra disputa tra i due sindaci proprio due settimane fa quando il primo cittadino operese Fusco si è recato in un accampamento a cinquanta metri dal suo confine invitando i Carabinieri di Pieve Emanuele a seguirlo ed effettuare uno sgombero andato a buon fine. Il Sindaco Preli in quella occasione preannunciò una denuncia e la richiesta di intervento da parte del Prefetto di Milano per lo sconfinamento.
“Sono proprio in attesa di essere chiamato dal Prefetto nella speranza che si possa definire la questione. Nell’area ex Saiwa abbiamo fatto un intervento a cinquanta metri dal confine di Opera - conclude Fusco - ma anche da casa mia. Come può un padre di famiglia tollerare tale degrado vedendosi passare dei rom davanti casa, dove giocano anche i suoi bambini, con dei carri colmi del materiale necessario a costruirsi le baracche appena sottratto dalla piattaforma ecologica proprio di Opera? Essere Sindaco è una responsabilità che prevede anche la tutela della sicurezza dei propri cittadini e Preli, per quanto riguarda questa zona, sta dando non pochi problemi agli operesi”.
L’Amministrazione Comunale di Opera confida in un presidio maggiore dell’area a nord di Locate di Triulzi compresa tra il Santuario della Fontana, che chiuso il passaggio a livello si trova oggi in una strada a fondo cieco, l’area dismessa della ex Saiwa e le zone industriali di Via Luxembourg e Via Abruzzi fino alla diroccata Cascina Olma ed agli accessi della Valtidone. Tutte aree a rischio dove proliferano lo spaccio di droga, la prostituzione, il degrado delle discariche abusive e la sosta irregolare dei nomadi.
Opera, 6 luglio 2009
Questa mattina i Carabinieri di Pieve Emanuele, dopo le sollecitazioni del Sindaco di Opera Ettore Fusco, procedono con lo sgombero dell’accampamento rom alla Olma, cascina diroccata nel Comune di Locate Triulzi a confine con Opera.
Dopo le numerose segnalazioni di presenza dei rom che prendevano d’assalto il supermercato e le fontanelle dei parchi per lavarsi, davanti ai bambini operesi esterrefatti ed ai loro genitori intimoriti, ieri sera è intervenuto il Sindaco Fusco all’interno del suo confine territoriale per invitare alcuni romeni a lasciare il paese e suggerendo loro di abbandonare anche la cascina pericolante di Locate Triulzi in cui, da oltre una settimana, alcune famiglie rom hanno trovato ricovero per accamparsi.
L’intervento diretto è stato necessario poiché le preoccupazioni dei cittadini che segnalavano persone sospette in giro per il paese non è stato raccolto dalla Stazione dei Carabinieri di Opera, non operativa dopo le ore venti, né tantomeno dalla Polizia Locale, anche nelle precedenti segnalazioni, che non può sconfinare nella Cascina a cinquanta metri dal confine tra Opera e Locate.
L’intervento di sgombero della Cascina Olma è stato quindi concordato per questa mattina tra il Sindaco di Opera e la Stazione dei Carabinieri di Pieve Emanuele a cui evidentemente non giungono richieste in tal senso dal Sindaco di Locate Triulzi Severino Preli.
Il primo cittadino di Opera è infatti in guerra con il suo vicino e dichiara: “Siamo stufi di subire l’incuria del territorio da parte di Preli - il Sindaco di Locate - che non presta attenzione alla sua zona industriale, alle vecchie cascine ed alle aree dismesse a confine con Opera.
Spaccio di droga, prostituzione, discariche abusive, degrado e campi rom sono all’ordine del giorno in questa zona a confine con il nostro paese ma lontana dal centro abitato di Locate.
I residenti della Fontana e gli industriali che confinano con il nostro paese chiedono infatti l’annessione a Opera, una provocazione che il loro Sindaco non dovrebbe sottovalutare, e vogliono più ordine e sicurezza anche se si trovano a nord della ferrovia che taglia fuori dal paese questa fetta di Locate di Triulzi abbandonata a se stessa.
Questo degrado ricade su Opera ed il collega Preli è pertanto invitato a fare rispettare la legalità presidiando il territorio e chiedendo alle Forze dell’Ordine gli interventi necessari a impedire che i cittadini operesi subiscano le angherie di chi occupa il territorio locatese abusivamente”.
Sulla questione rom c’è stata un’altra disputa tra i due sindaci proprio due settimane fa quando il primo cittadino operese Fusco si è recato in un accampamento a cinquanta metri dal suo confine invitando i Carabinieri di Pieve Emanuele a seguirlo ed effettuare uno sgombero andato a buon fine. Il Sindaco Preli in quella occasione preannunciò una denuncia e la richiesta di intervento da parte del Prefetto di Milano per lo sconfinamento.
“Sono proprio in attesa di essere chiamato dal Prefetto nella speranza che si possa definire la questione. Nell’area ex Saiwa abbiamo fatto un intervento a cinquanta metri dal confine di Opera - conclude Fusco - ma anche da casa mia. Come può un padre di famiglia tollerare tale degrado vedendosi passare dei rom davanti casa, dove giocano anche i suoi bambini, con dei carri colmi del materiale necessario a costruirsi le baracche appena sottratto dalla piattaforma ecologica proprio di Opera? Essere Sindaco è una responsabilità che prevede anche la tutela della sicurezza dei propri cittadini e Preli, per quanto riguarda questa zona, sta dando non pochi problemi agli operesi”.
L’Amministrazione Comunale di Opera confida in un presidio maggiore dell’area a nord di Locate di Triulzi compresa tra il Santuario della Fontana, che chiuso il passaggio a livello si trova oggi in una strada a fondo cieco, l’area dismessa della ex Saiwa e le zone industriali di Via Luxembourg e Via Abruzzi fino alla diroccata Cascina Olma ed agli accessi della Valtidone. Tutte aree a rischio dove proliferano lo spaccio di droga, la prostituzione, il degrado delle discariche abusive e la sosta irregolare dei nomadi.