Opera: il meteo

giovedì 21 giugno 2007

COMUNICATO STAMPA: DISCRETO IL DOCUMENTARIO SUL PRESIDIO

Opera, 21 giugno 2007
Dopo avere assistito alla prima del documentario sul presidio di Opera devo riconoscere al regista Antonio Bocola ed al suo staff l'ottimo lavoro svolto. Non era facile racchiudere la storia del presidio e limitarla ad un ora di filmato ma, salvo la mancanza di maggior contraddittorio che in taluni casi ci sarebbe dovuto essere, il lavoro finanziato dalla Provincia di Milano ci è apparso discretamente rispondente alla realtà. Nessun rimando a fatti di razzismo o pogrom, ciò che loro malgrado gli operesi si aspettavano, se non nelle parole dell'oramai delegittimato Sindaco Alessandro Ramazzotti che ancora parla di teste rasate e saluti romani in Consiglio Comunale, visti solo da lui, oltre all'arroganza dell'Assessore Borghi che da quando ha fatto il gesto dell'ombrello agli operesi si deve solo nascondere. La figura di Ettore Fusco leader del carroccio, diventato anche ispiratore e coordinatore della protesta tanto da meritarsi la visita all'alba dei carabinieri con avviso di garanzia per il reato di istigazione a delinquere, ne è uscita ancora più forte visti i risultati ottenuti e le posizioni prese ultimamente anche da esponenti storici della sinistra tra i quali, ad esempio, il Presidente della Provincia Penati. Nessun problema di ordine pubblico e nessuno screzio se non il tentativo di qualche militante della sinistra milanese che con la solita "volontaria operese pagata dal comune" hanno tentato di provocare Ettore Fusco, mentre parlava con il regista Antonio Bocola dopo la proiezione, facendo commenti sulla presenza dello stesso e lanciando invettive nei suoi confronti. Atteggiamento comprensibile da parte di chi si aspettava un documentario chiaramente contro il presidio ed a favore dell'illegalità e dell'operato di quei presunti benefattori che in realtà fanno solo carità pelosa a spese della collettività. Troppe persone vivono alle spalle dei contribuenti facendo da mediatori culturali o per conto dell'Opera Nomadi oppure delle Caritas o dei comuni. Risolto il problema dei nomadi sarà risolto anche quello dei loro protettori interessati. Adesso l'auspicio e che questo documentario sia diffuso nelle scuole e tra le famiglie al fine di trasmettere il messaggio principe che consiste nella resistenza cittadina alle sopraffazioni perpetrate dalle istituzioni. Quella di Opera è risultata essere una grande esperienza democratica di protesta popolare e gli artefici ne hanno solo da vantarsene. Ad opera riecheggia ancora alto il coro: A lavorare, andate a lavorare... rivolto non tanto ai rom quanto ai politici della Giunta Ramazzotti. Per il rogo delle tende si sono già spesi molti dissensi ma se non ci fosse stato... Opera oggi sarebbe ancora una comunità libera?