Innanzitutto BUON NATALE a tutti gli operesi, quelli di destra, di sinistra, della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo e quelli del Santuario. Buon Natale proprio a tutti, ai credenti ed anche ai non credenti.
L'augurio più sentito è proprio per chi si è allontanato dalla Chiesa, e per chi non vi si è mai avvicinato, di ritrovare nel proprio cuore la fede cristiana.
La nostra religione non è solo ritualità e sottomissione all'istituto clericale, anzi, i princìpi di quanto viene professato nelle chiese cattoliche è il fondamento della nostra civiltà.
L'etica e la morale di noi tutti è frutto di una religione i cui albori risalgono a duemila anni fa. Tutti noi ne siamo consapevoli e, credenti oppure no, abbiamo formato una morale che riassume quello stile di vita di cui le sacre scritture ci parlano.
Chi non rispetta queste regole della vita civile, del resto, non rispetta neppure le regole fondamentali del nostro Stato, laico ma pur sempre di radice cristiana, che oggi purtroppo comincia a vacillare proprio nei princìpi e nella moralità cattolica.
Il nostro ritorno alla passione ed alla fede in Cristo, e nelle sacre scritture, è indispensabile alla crescita di un paese che sta diventando lo zimbello del mondo intero.
Dal maleducato in televisione all'assassino nel residence. Dal politico corrotto sempre assolto al vandalo che devasta la proprietà pubblica. I ladri nelle nostre case, gli scippatori, gli stupratori. Un paese devastato dalla perdita di valori e dalla mancanza di quella fede che è stata fondamento di civiltà e che, se sostituita da altre oppure semplicemente ignorata, non potrà più svolgere il ruolo educativo per due millenni riconosciutole.
A Opera quest'anno si è fatto un passo avanti. Il Parroco della Chiesa intitolata ai SS. Pietro e Paolo ha officiato messa a mezzanotte, celebrando l'avvento del Cristo e festeggiando il Natale, insieme al Monsignor Don Michele del Santuario della Madonna dell'Aiuto.
Una scelta che ha impedito la tradizionale messa di mezzanotte nel Santuario anticipata, per l'occasione, alle 21.30.
Don Olinto nella sua predica, un pò troppo lunga per chi è abituato ad ascoltare il Don Michele, ha parlato di unità, di pace ritrovata e incomprensioni appianate.
I fedeli hanno aspettato con ansia lo scambio della pace per tornare tutti fratelli, figli di Dio, dopo la violenza subita un anno fa quando, un Parroco poco avvezzo alla fede ed oggi non più a Opera, trasformava il pulpito in luogo da cui fare politica ed interessi, si nobili dal suo punto di vista, ma davvero lontani dalla professione della fede.
I fedeli operesi sono tornati uniti nella consapevolezza che non vi è più una Parrocchia che festeggia i rom e tratta come dei nazisti o, peggio ancora, come l'erode delle sacre scritture i cristiani e, soprattutto, i cittadini del nostro paese mentre l'altra accoglie tutti indipendentemente dalle idee e dalle azioni svolte.
Don Michele, al Santuario, non ha mai preso le parti di nessuno. Don Michele ha capito che il suo gregge non era smarrito ma semplicemente difendeva il proprio pascolo da chi regole non ha.
A contrapporsi, invece, quel Don Renato con il suo consiglio pastorale troppo vicino all'Amministrazione comunale. Un Don che leggeva il Manifesto e si faceva consigliare da troppi consiglieri di sinistra, che spaziavano dalla rifondazione alla cattocomunista margherita. Tutti schierati da un'unica parte, quella del Sindaco Ramazzotti perfettamente collimante con quella di Don Renato. Tutto per portare un campo nomadi a Opera.
Ma oggi le divisioni sono superate e, salvo una polemica sullo spostamento dell'orario della messa di Natale, che al Santuario è stata anticipata alle 21.30, i fedeli sono tornati in pace non con se stessi, come si è sentito dire, ma con la propria Parrocchia.
Questo è un messaggio che vogliamo lasciare soprattutto al nuovo Parroco, Don Olinto, che non si lasci condizionare da chi cerca di fare vedere divisioni tra i fedeli. Non è così. Casomai le divisioni sono tra il Consiglio Pastorale ed i fedeli. Divisioni che hanno portato all'allontanamento di molti fedeli che hanno smesso di seguire le messe. Fedeli che stanno tornando ma che vogliono smettere di sentirsi usati e denigrati da chi, come i cattocomunisti del Consiglio, fa tutt'altro che gli interessi della Chiesa. La Chiesa con la C maiuscola, quella che rappresenta la casa del Signore, la nostra casa, la nostra Fede.
In conclusione due parole sulle sciocchezze apparse su qualche giornale:
Mai e poi mai qualcuno di Opera Sicura, tanto più il sottoscritto, si è sognato di invitare i fedeli a disertare la messa di Natale di Don Michele alle 21.30 per manifestare a mezzanotte dinanzi al Santuario. Vero è che tra alcuni amici, dopo aver partecipato alla messa di Natale anticipata, si era pensato di andare a fare gli auguri a Don Michele proprio allo scoccare delle 24.
Ma visto che Don Michele è stato invitato a concelebrare nella Parrocchia centrale con Don Olinto e Don Danilo anche questi quattro amici hanno fatto gli auguri al loro Monsignore nell'affollatissima Chiesa di Opera.
Tutto questo con buona pace di chi ha scritto con troppa leggerezza queste cose ed in barba a quelle fanfare che hanno amplificato simili questioni, palesemente false, fino a farne una questione di importanza tale da passare in primo piano il giorno di Natale.
Poi magari, queste stesse persone, neppure sanno cosa sia una Chiesa o il rispetto della Fede Cristiana. Ma questo è un altro discorso.
Un augurio di Buon Natale a tutti.