Opera: il meteo

mercoledì 19 dicembre 2007

COMUNICATO STAMPA: NATALE RAZZISTA A OPERA, LA STORIA SI RIPETE

Opera, 19 dicembre 2007
Anche questo Natale sarà amaro per molti operesi, per tutti quelli che professano la fede cattolica ma che sempre più si stanno allontanando dall’Istituzione clericale per l’eccessiva politicizzazione della stessa.
Gli operesi hanno appreso con amarezza che la tradizionale messa di mezzanotte al Santuario della Madonna dell’Aiuto, la gesa vecia, sarà sostituita da una funzione anticipata alle ore 21 e che Don Michele, il parroco storico, il Monsignore vicino agli operesi da sempre, sarà tagliato fuori da un’usanza che rappresenta molto più di una semplice messa da anticipare o posticipare a proprio piacimento.
I cittadini vedono questa scelta della Curia come una punizione, una vendetta, un colpo di coda della balena che, agonizzante, dimentica quelli che dovrebbero essere i compiti della Chiesa ed i doveri che la stessa ha nei confronti dei fedeli.
Fedeli che, è opportuno ricordare ai parrucconi della Diocesi milanese, non credono nei rappresentanti del Clero bensì in Dio e nelle Sacre Scritture.
Nel Santuario di Don Michele si è creato un forte legame tra i fedeli e la Madonna. Quella Madonna che ha protetto il Santuario stesso da carestie, guerre e speculazioni. Quella Madonna che ha protetto il Santuario anche dalle cattiverie di una curia troppo attenta all’indotto e meno vicina ai fedeli.
Dopo la presa di posizione dell’ex parroco operese Don Renato a favore di un campo nomadi a Opera, in linea con la politica della Chiesa che si occupa anche di assistere questi luoghi, il non più giovane Don Michele restò vicino ai fedeli che erano tacciati di razzismo nel peggiore dei modi dai rappresentanti della parrocchia centrale. Fu così che a seguito del divieto di scambiarsi il segno della pace alla mezzanotte di Natale, tre giorni dopo il rogo delle tende al capo nomadi, molti fedeli abbandonarono Don Renato e la Parrocchia principale della cittadina per andare ad affollare le messe del Prete restato accanto alla gente.
Don Michele, infatti, rimase vicino ai parrocchiani quando mass media, politici, istituzioni e curia ne narravano con toni apocalittici le gesta xenofobe. Lui a differenza degli altri conosceva i suoi fedeli, ed erano tutto tranne che razzisti.
Ma le ragioni della gente vanno comprese, anche quando queste diventano estreme, ed un vecchio Parroco disinteressato dalla gestione d’interessi, che fanno solo belli i palazzi della Curia allontanando i fedeli, questo lo sa bene.
Così cominciò la guerra a Don Michele: incursioni d’alti prelati nelle sue messe, sostituzioni all’altare nel dire messa ed infine quest’affronto agli operesi tutti.
La messa di Natale, la tradizionale ed affollata funzione di mezzanotte che sparisce dall’antico Santuario fiore all’occhiello del Monsignor Don Michele Arnaboldi che ne cura, da oltre un lustro, l’aspetto estetico e quello interiore.
Quest’anno la chiesa perderà altri fedeli sacrificati all’altare della politica più becera, quella di chi non dovrebbe farne.
Molti fedeli purtroppo diserteranno la messa di mezzanotte, alla Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo che sarà, in ogni modo, piena visto che è l’unica autorizzata a dire messa per quattordicimila operesi, molti andranno però in parrocchie di comuni limitrofi ed alcuni fedeli hanno già annunciato di trovarsi a mezzanotte davanti al Santuario della Madonna dell’Aiuto dove, senza alcuna censura, potranno essere intonati canti natalizi per celebrare la Natività con un senso di gioia che prevarrà sui rancori del cattocomunismo che governa la parrocchia operese.
Quest’anno Don Michele non dirà messa a mezzanotte, ma i fedeli che andranno alla sua messa mattutina del giorno di Natale, e quelli che si ritroveranno a mezzanotte dinanzi al santuario, potranno gioire per il sentimento di Libertà che avranno nel cuore.