Opera: il meteo

giovedì 20 dicembre 2007

COMUNICATO STAMPA: GIORNATA DELL’ORGOGLIO OPERESE

Opera, 20 dicembre 2007
Si celebra il 21 dicembre la giornata dell’orgoglio operese, il giorno in cui ad un intera cittadinanza si è risvegliata quella coscienza popolare che da tempo giaceva sopita nella rassegnazione.
Quel giorno di un anno fa, i cittadini di Opera, hanno riscoperto cosa significa far valere i propri diritti e dinanzi alla decisione del Sindaco diessino - oggi Partito Democratico - Alessandro Ramazzotti, di aiutare la sua collega milanese Letizia Moratti e sobbarcare la tranquilla Opera di un campo nomadi all’ingresso del paese, si sono mobilitati tutti, ma proprio tutti, dando vita al Presidio di Opera.
Un moto popolare che ha portato in quasi due mesi di rivolta civile all’allontanamento del campo nomadi imposto dal Sindaco, in primis, e poi dal Prefetto di Milano e dal Presidente della Provincia Filippo Penati.
Gli operesi hanno tenuto duro allestendo un vero è proprio accampamento dinanzi all’ingresso del campo nomadi con tanto di baracca per le vivande, bidoni con il fuoco per scaldarsi e wc da cantiere. Per resistere alle rigide temperature invernali hanno organizzato feste con grigliate, vin brulé e delle manifestazioni con cortei di migliaia di cittadini attraverso l’intero paese.
Due mesi di lotta contro le istituzioni, di faccia a faccia con decine di poliziotti e carabinieri fissi al presidio per controllare sia i rom del campo sia i manifestanti.
Una comunità messa alla gogna mediatica e fatta passare per razzista, egoista, nazista persino ma sempre fiera e ordinata nelle proprie dimostrazioni.
I rappresentanti dei cittadini, con il Capogruppo della Lega Nord Ettore Fusco in prima linea, hanno affrontato le istituzioni, il Prefetto, il Questore, l’opinione pubblica attraverso articoli di giornale sempre ostili ai residenti. Le televisioni che si occupavano di Opera in tutti i telegiornali sempre additando quei cittadini che volevano solo fare valere un proprio diritto. Addirittura le trasmissioni televisive con i collegamenti dal Presidio e poi ospiti da Gad Lerner con il combattivo Ettore Fusco trattato dal presentatore dell’Infedele alla stregua di un Hitler padano.
Ma l’opinione degli operesi non è mai cambiata, neppure oggi che sta per iniziare un processo contro nove cittadini rinviati a giudizio, tra cui il leghista Ettore Fusco, con vari capi di imputazione da cui spicca l’unico, verso un politico, di istigazione a delinquere nei confronti del capogruppo del carroccio che proprio la sera del 21 dicembre di un anno fa si metteva a capo di una protesta che grazie proprio a lui è rimasta composta ed entro limiti controllabili dalle forze dell’ordine.
Il Consigliere leghista ha guidato gli operesi nei due mesi di presidio coordinandone le attività di concerto con la Questura senza mai uscire dalla legalità. Sono giunti a Opera politici del calibro dell’Europarlamentare Mario Borghezio, dell’Assessore Regionale Davide Boni e poi ancora altri onorevoli leghisti e consiglieri regionali.
La cittadinanza ha capito di non essere strumentalizzata dal Carroccio, che invece né organizzava la protesta garantendone l’efficacia, nonostante soprattutto su televisioni come RAI 3 si parlasse solo di manifestazioni della Lega e di teste rasate sparse per il paese.
Ma i cittadini c’erano, e vedevano. Oramai disincantati per come sin dal primo giorno era stata trattata l’intera vicenda. A partire dalle bugie del Consiglio Comunale interrotto da teste rasate con bandiere di Lega Nord ed Alleanza Nazionale, che anche le riprese video di quella sera hanno dimostrato non ci fossero, e poi le visioni dell’Assessore Borghi, oggi possibile candidato sindaco per il centrosinistra che parlava di saluti romani nella sala consiliare per poi disgustare un’intera città con il suo personale saluto rivolto ai manifestanti anti rom il giorno dell’insediamento nel campo. Un gesto dell’ombrello tanto plateale da essere visto da centinaia di persone e dai funzionari di polizia presenti che hanno dovuto fare gli straordinari per trattenere la folla inferocita.
Ma tutto questo è passato ed oggi Opera ricorda il 21 dicembre positivamente, non come una giornata di disordini ed atti illegali, del resto il rogo è stato da subito stigmatizzato e condannato all’unanimità da tutti, ma come l’inizio di una nuova era. I moti popolari operesi hanno contagiato l’intera nazione che dal 21 dicembre 2006 è cambiata.
In tutta Italia da quel giorno è nata la consapevolezza che la presenza dei nomadi è un emergenza e che seppure non la si può sciogliere con un presidio, va affrontata e risolta.
Il programma della giornata su www.presidiodiopera.blogspot.com