Opera: il meteo

martedì 24 aprile 2007

COMUNICATO STAMPA: ESPOSTO CONTRO VOLANTINI DIFFAMATORI

E’ stato presentato ai carabinieri di Opera un esposto contro il redattore di un articolo diffamatorio apparso sul quotidiano il Manifesto e contro chi lo ha diffuso, tramite volantinaggio, nello svolgimento di una festa pubblica in un parco operese in presenza di bambini ed adulti frequentatori del parco stesso. Il redattore dell’articolo, Marco Revelli, non fa altro che riportare false notizie relative, ancora una volta, alla vicenda del presidio di Opera che ha preservato la sicurezza nel nostro paese.
Nell’articolo in questione, pubblicato dieci giorni dopo la partenza dei nomadi verso altri siti, si vuole fare credere ai lettori che nell’area del presidio accadessero fatti, invece, mai verificatisi. Il tentativo di convincere i cittadini di Opera, e non solo, che ciò accadesse realmente lede la dignità degli operesi che mai e poi mai avrebbero potuto, ad esempio, minacciare e sputare addosso ai bambini che andavano a scuola né tanto meno cercare di impedire ai figli dei rom ed ai loro accompagnatori di recarsi negli istituti scolastici. Oltretutto questo sarebbe dovuto accadere al mattino presto, in piena luce e sotto gli occhi di decine di rappresentanti delle forze dell’ordine.
Siamo indignati per la tempistica dell’articolo, dieci giorni dopo la partenza dei nomadi e due mesi dopo i fatti del 21 dicembre culminati con l’incendio delle tende. Il redattore è chiaramente informato di quello che scrive dato il tempo avuto a disposizione per verificare notizie e voci sicuramente udite e lette e non vissute in prima persona. La diffamazione è pertanto aggravata dalla non tempestività dello scritto e pertanto la possibile, quanto necessaria ed indispensabile quando si giudicano persone ed azioni, verificabilità di certe informazioni riportate in esso.
Gli iscritti al “comitato festa dei popoli” che hanno diffuso il volantino recante l’articolo del giornalista de il Manifesto sono altrettanto responsabili per avere diffuso, oltre due mesi dopo la conclusione della vicenda campo nomadi, ancora notizie false atte a turbare la quiete pubblica con l’aggravante di averlo fatto in un parco pubblico frequentato da bambini e giovani genitori particolarmente sensibili alla questione dei piccoli rom che secondo l’autore, da quel che si capisce nell’articolo, sarebbero stati dati alle fiamme con i loro genitori nelle tende allestite ad Opera.
Segue il testo dell’esposto.

Il sottoscritto Ettore Fusco, nato a Milano il…
ESPONE:
Ieri, 16 aprile 2007, grazie ad un conoscente sono venuto in possesso dei volantini diffusi in data 15 aprile 2007 in occasione della così detta festa “la primavera dei popoli” organizzata da un certo “comitato festa dei popoli” con il patrocinio del Comune di Opera.
Il primo volantino si riferisce alla mera storia delle vicende dei rom ai tempi dell’olocausto nazista lasciando presagire, tramite l’omessa analogia di trattamenti che i dittatori comunisti riservavano alle popolazioni nomadi, che i bersagli politici di tale iniziativa siano estremisti di destra vicini ad ideologie nazi-fasciste.
Il secondo volantino riporta un articolo di giornale del giornalista Marco Revelli pubblicato su “il Manifesto” in data 22 febbraio 2007. Tale articolo narra per l’ennesima volta delle vicende del campo nomadi di Opera e dei cittadini che hanno presidiato, com’è noto, l’area adiacente l’ingresso del campo stesso al fine di ottenere, dalle istituzioni, il rispetto della promessa di provvisorietà dell’insediamento.
Proprio il secondo volantino colpisce per tanti e tali giudizi sulla società che non trovano riscontro nella vita reale e che, soprattutto, sono denigratori delle genti che vivono le regioni dell’Italia settentrionale o, come la definisce l’articolo, la Padania.
Tra l’altro spicca il racconto di cui il redattore dell’articolo deve, ovviamente, essere informato dei fatti ed ovviamente certo visto che si tratta di un pezzo scritto esattamente due mesi dopo quel 21 dicembre 2006 in cui furono date alle fiamme, da ignoti, alcune tende destinate ad ospitare i rom ad Opera. Il racconto cita testualmente:
“Era nato allora, con la rapidità che Jean-Paul Sartre (nel suo splendido libro sull'antisemitismo) attribuisce alle «società istantanee che sorgono in occasione di un linciaggio o di uno scandalo», un comitato «spontaneo» (in realtà animato da attivisti di An e della Lega), che aveva subito dato vita a un presidio permanente. E a una mobilitazione carica di aggressività e di violenza, che nella stessa notte aveva provocato un assalto al campo con l'incendio delle tende in cui dormivano le famiglie rom con ben 30 bambini, protraendosi poi tra momenti conviviali, bivacchi, e una continua, sistematica pratica dell'aggressione verbale con insulti, sputi, minacce ai nomadi e ai volontari che ogni mattina accompagnavano i bambini a scuola. Ora l'esodo dei Rom- inevitabile, prudentemente saggio, coerente con l'abito di un popolo «leggero », abituato a non opporre resistenza ma, di fronte a una pressione eccessiva, a sollevarsi nell'aria e farsi più in là -, viene salutato dai boiardi leghisti come una «vittoria schiacciante» del patriottismo padano. E' invece, in realtà,una sconfitta secca di tutta la nostra cultura. Un punto di caduta della nostra identità, che ci rende irriconoscibili a noi stessi. Il segno - non eludibile - di un'«apocalisse culturale » che minaccia i fondamenti della nostra capacità di «convivenza ».”
Premesso che pur avendo commesso un reato, coloro i quali hanno incendiato le tende vuote che ancora si stavano montando all’interno del campo, non hanno per niente incendiato “le tende in cui dormivano le famiglie rom con ben 30 bambini” come invece vorrebbe farci credere il giornalista e, quindi, coloro i quali distribuivano un simile volantino con l’aggravante di averlo fatto in un parco giochi gremito, prevedibilmente come ogni domenica di sole in questa stagione, di bambini e giovani genitori.
Dal racconto si evince l’intento diffamatorio verso un partito politico in particolare e, quindi, verso il suo rappresentante locale che già sullo stesso quotidiano, il Manifesto, è stato più volte citato quale responsabile dei fatti sopraccitati del 21 dicembre. Cito ad esempio, tralasciandone molti altri, parte di un articolo apparso il 23 dicembre su il Manifesto:
“L’antefatto è ancor più grave: il raid è partito dal cuore della civitas, il municipio. L’hanno aizzato e preventivamente rivendicato - megafono in mano - due consiglieri dell’opposizione, Ettore Fusco, della Lega, e Pino Pozzoli, di An. Un’azione a volto scoperto, in prima fila neofascisti «venuti da fuori» - «tutte facce note», dice il giorno dopo la Digos. La regia politica, però, è stata dei «capipolo» di Lega e An.”
Oltre all’autore dell’articolo in questione, il giornalista Marco Revelli, si riscontrano quindi responsabilità anche per coloro che, ancora oggi, distribuiscono simile materiale diffamatorio nei miei confronti e degli altri cittadini operesi che hanno preso parte alla protesta concretizzatasi nel legittimo presidio dei cittadini di Opera. Nella fattispecie trattasi pertanto degli iscritti al “Comitato Festa dei Popoli” che in occasione della suddetta festa denominata “Primavera dei Popoli” hanno pensato, ancora una volta attraverso il volantinaggio in questione, di disgregare e dividere i cittadini operesi mediante istigazione all’odio tra le classi sociali e le differenti appartenenze politiche in modo pericoloso per la pubblica tranquillità, peraltro, già turbata da mesi di attenzione mediatica sulle vicende locali. Tale intento degli iscritti al menzionato comitato e palesemente evidente e riscontrabile in ogni atto che in questi due mesi sia stato prodotto dagli stessi attraverso le interviste ai giornali, ai siti internet ed in occasione della festa in oggetto.

Per quanto sopra esposto mi rimetto alle autorità competenti affinché procedano a norma di legge nei confronti di eventuali colpevoli di reati che possano essere ravvisati dalla mia esposizione dei fatti e dalle relative, quanto necessarie, indagini che auspico siano svolte in merito.