Opera, 26 luglio 2007
Siamo lieti di sapere che i sindaci di tre comuni del sud milanese si vogliono attivare per dire no al termovalorizzatore di Opera. Siamo anche lieti di sapere che si recheranno a Palazzo Marino per raccogliere le firme proprio nella piazza antistante il Municipio meneghino ed ancora di più ci allieta sapere che inviteranno i consiglieri milanesi di maggioranza a sottoscrivere un documento che respinge l’ipotesi dell’impianto. Ci domandiamo però dove sono stati questi sindaci sino ad oggi e perché non hanno firmato la petizione che i cittadini di Opera, guidati dal Comitato Opera Sicura e dalla Lega Nord, hanno cominciato domenica 22 luglio vedendosi persino apostrofare, dal vicesindaco operese Tonino Liguori, considerazioni poco opportune senza neppure fermarsi nelle vicinanze di uno dei nostri banchetti. Altri amministratori dei tre comuni, ovviamente, non se ne sono visti. Secondo noi traballano le poltrone e si fa solo propaganda fine a se stessa. Ramazzotti ha la consapevolezza di essere diventato un Sindaco detestato dai suoi cittadini e corre ai ripari cercando alleati altrove. Purtroppo la sua poca intelligenza politica lo porta a fingere una contrarietà all’inceneritore che si manifesta in tutte le sue lacune proprio per i termini in cui la esprime. Fingere di non capire se la Lega Nord raccoglie firme contro o a favore dell’inceneritore è stata una gaffe madornale che ha portato solo confusione tra la gente ma questo è proprio quello cui ambiva il primo cittadino operese. Coprire e strappare i volantini che pubblicizzano la petizione è un’altra dimostrazione che anche i Verdi, probabilmente, preferiscono bramare qualche Consiglio d’Amministrazione, visto che sia ad Opera che a Rozzano due verdi operesi ricoprono la poltrona dell’Assessore all’Ambiente, piuttosto che lottare con i cittadini per il rispetto di un proprio diritto costituzionale, quello alla salute, di cui il Sindaco dovrebbe essere il garante territoriale. Ma forse Ramazzotti non lo sa.
Siamo lieti di sapere che i sindaci di tre comuni del sud milanese si vogliono attivare per dire no al termovalorizzatore di Opera. Siamo anche lieti di sapere che si recheranno a Palazzo Marino per raccogliere le firme proprio nella piazza antistante il Municipio meneghino ed ancora di più ci allieta sapere che inviteranno i consiglieri milanesi di maggioranza a sottoscrivere un documento che respinge l’ipotesi dell’impianto. Ci domandiamo però dove sono stati questi sindaci sino ad oggi e perché non hanno firmato la petizione che i cittadini di Opera, guidati dal Comitato Opera Sicura e dalla Lega Nord, hanno cominciato domenica 22 luglio vedendosi persino apostrofare, dal vicesindaco operese Tonino Liguori, considerazioni poco opportune senza neppure fermarsi nelle vicinanze di uno dei nostri banchetti. Altri amministratori dei tre comuni, ovviamente, non se ne sono visti. Secondo noi traballano le poltrone e si fa solo propaganda fine a se stessa. Ramazzotti ha la consapevolezza di essere diventato un Sindaco detestato dai suoi cittadini e corre ai ripari cercando alleati altrove. Purtroppo la sua poca intelligenza politica lo porta a fingere una contrarietà all’inceneritore che si manifesta in tutte le sue lacune proprio per i termini in cui la esprime. Fingere di non capire se la Lega Nord raccoglie firme contro o a favore dell’inceneritore è stata una gaffe madornale che ha portato solo confusione tra la gente ma questo è proprio quello cui ambiva il primo cittadino operese. Coprire e strappare i volantini che pubblicizzano la petizione è un’altra dimostrazione che anche i Verdi, probabilmente, preferiscono bramare qualche Consiglio d’Amministrazione, visto che sia ad Opera che a Rozzano due verdi operesi ricoprono la poltrona dell’Assessore all’Ambiente, piuttosto che lottare con i cittadini per il rispetto di un proprio diritto costituzionale, quello alla salute, di cui il Sindaco dovrebbe essere il garante territoriale. Ma forse Ramazzotti non lo sa.